Compostaggio umano

Compost umano: la nuova sepoltura green dagli Stati Uniti

Arriva dagli Stati Uniti la nuova tendenza green per la sepoltura: si tratta del “compostaggio umano”, una forma di trasformazione dei resti umani in fertilizzante per le piante. La legge è stata da poco introdotta in uno stato americano ed entrerà in vigore nel maggio 2020.

Approvata nello Stato di Washington, questa alternativa alla sepoltura e alla cremazione permette ai familiari del defunto di renderlo concretamente parte della natura circostante. Secondo l’ideatrice del progetto, infatti, il compostaggio umano dovrebbe creare una connessione tra l’ultimo stadio di vita del corpo umano e il successivo dopo la morte. “Recompose” (nome dell’azienda che offre questa tipologia di servizio funebre negli Stati Uniti) ha anche un obiettivo a livello ambientale: limitare le emissioni di anidride carbonica, mercurio e particolato, che sono invece molto alte nel processo di cremazione. Sempre restando in ambito green, il compostaggio umano porterebbe a un significativo risparmio di terreno.

Come funziona il compostaggio umano

Il compost umano rappresenta, dunque, un’alternativa più green alle tradizionali forme di “trattamento” del corpo umano dopo la morte.

Il processo che porta a ottenere compost dal defunto prevede: imbalsamazione, avvolgimento del corpo in un sudario, posizionamento dello stesso in un lungo contenitore d’acciaio, adagiandolo su un letto composto da trucioli di legno, erba medica e paglia. Periodicamente viene aspirata l’aria all’interno, fornendo allo stesso tempo l’ossigeno per accelerare l’attività microbica. I resti, così, in un mese vengono ridotti in compost che può essere utilizzato per fertilizzare fiori e piante.

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